– È questa la macchina?

– Sì, è questa.

– Un’Erre Quattro?

– Sì, perché?

– Ma tuo cugino mi aveva detto che era una Diane.

– Mio cugino non sa nemmeno dove ha la testa e dove ha i piedi, figurati se distingue una Diane da un’Erre Quattro.

– Vabbe’. E a quanto me la faresti?

– Trecentomila, escluso il trapasso.

– Ah. E questo colorillo rosa pastello da dove salta fuori?

– No, niente, quella è la mia ex ragazza, non le piaceva il colore di prima, così quando gliel’ho prestata per andare in Grecia me l’ha ridipinta tutta.

– E poi?

– Poi cosa?

– Vi siete lasciati?

– Sì, ma cosa c’entra?

– Dicevo così per dire. E quella botta sul paraurti l’ha fatta lei?

– No, niente, quello è mio cugino, che una volta era ubriaco ed è andato a sbattere contro un semaforo a Malta.

– A Malta?

– Sì, eravamo andati lì a studiare l’inglese.

– Ma quando?

– Dieci anni fa. Avevamo appena preso la patente, sai com’è.

– Ma lui mi aveva detto che la macchina aveva cinque anni.

– Sì, ma lo sai com’è fatto, non si ricorda mai niente.

– Va bene, ma tu per dieci anni ti sei tenuto una macchina con il paraurti scassato?

– Non è che sia proprio scassato, si è solo un po’ stortato qui.

– Lo vedo, ma tu perché non hai cercato di ripararlo?

– Perché poi la mia ragazza diceva che le piaceva molto di più così, perché quella curva lo rendeva più femminile, capisci.

– Capisco. Ma la macchina era tua o della tua ragazza?

– Ma niente, all’inizio era mia, poi dopo che siamo tornati dall’India abbiamo deciso che dovevamo condividere tutto, per non creare blocchi energetici.

– Non mi dirai che siete arrivati fino in India con un’Erre Quattro.

– No, quando eravamo in India l’abbiamo prestata a sua sorella.

– Quindi immagino che sia stata lei a piazzare quei coprisedili viola a righe verdi e gialle.

– No, niente, quelli li ha messi mia madre, la sorella della mia ragazza ha messo la Madonna dei Sette Dolori.

– Vuoi dire quell’incubo che penzola dallo specchietto retrovisore?

– No, niente, devi capire che per lei era un momento molto difficile, era appena stata a Lourdes…

– A Lourdes?

– Sì, per via delle visioni della Vergine… La mia ragazza diceva che secondo lei sua sorella era in contatto con la Grande Dea Madre del…

– Lasciamo perdere. Scusa, ma questo non è vetro.

– No, è plastica.

– E il vetro dov’è?

– No, niente, si era incastrato, e così lo abbiamo tolto.

– E perché non l’avete sostituito?

– Ma niente, è che il meccanico ci ha detto che non poteva sostituire il vetro senza cambiare tutta la portiera.

– Perché, cos’ha la portiera?

– Ma niente, è che non si apre più. Bisogna entrare dal lato del guidatore.

– Ah. E voi non potevate lasciare tutto com’era? Così entra un freddo della Madonna.

– No, niente, è che la mia ragazza aveva appena finito un corso di Feng Shui, e diceva che non si poteva fare assolutamente, perché con tutto il lato della macchina bloccato non circolava più l’energia.

– Ma quello non era per le case?

– Sì, ma lei diceva che bisogna adottare un punto di vista olistico.

– Ah. Ma com’è che si è rotta la portiera?

– No, niente, è stato quella volta che io, mio cugino e la mia ragazza siamo andati in Toscana dalla ragazza di mio cugino.

– Scommetto che era lui che guidava.

– No, ero io.

– E poi?

– Ma niente, a un certo punto eravamo dentro questo borgo medievale con le vie strettissime, e la mia ragazza fa: “Gira a sinistra”. Solo che io ho questo problema con la percezione spaziale, la mia ragazza diceva che probabilmente ho un blocco energetico che mi deriva dal trauma della nascita…

– E allora?

– Niente, ho girato a destra e la portiera è finita contro il palo del cartello del divieto.

– Quale divieto?

– Di svolta a destra. O era a sinistra?

– E io che ne so? Senti, non è che posso dare un’occhiata da vicino alla carrozzeria?

– Fa’ attenzione al cofano, perché non sta chiuso bene.

– In che senso?

– Ma niente, è che ci ho messo uno spago per tenerlo chiuso, ma qualche volta il nodo si disfa.

– E come mai… No. Preferisco non saperlo.

– Cos’è, hai cambiato idea? Non vuoi più la macchina?

– Dipende se funziona. Se funziona ed è sopravvissuta a dieci anni con te, tuo cugino e la tua ragazza vuol dire che è una signora macchina. E poi io ne ho bisogno e non posso spendere più di questa cifra. Anzi, non è che mi faresti uno sconto? Non per altro, ma per la portiera.

– No, niente, è che mi mancano giusto trecentomila per il biglietto per il Brasile.

– Grande. Dove vai in Brasile?

– Vado a Bahia dalla mia ex ragazza, che adesso sta insieme a un tipo che ha la madre che tiene una tenda de umbanda.

– Cosa… No, niente. Allora, ci facciamo un giro?

– Entro prima io, però.

– Per forza. Allora vado?

– Vai. No, niente, aspetta un attimo che controllo una cosa. Nino? Nino?

– Scusa, chi è Nino? Perché lo cerchi sotto i sedili?

– Ma niente, è il pitone che la mia ragazza ha portato dall’India. Era ancora cucciolo, così è riuscita a nasconderlo nello zaino. Poi però è cresciuto e non sapevamo più dove metterlo, per cui abbiamo pensato che in macchina poteva… ma cosa fai? Ti sarai mica spaventato! Avevi detto che la volevi la macchina! Ti faccio anche lo sconto! Dai, non scappare! Torna indietro! Torna indietro! Torna indietro!!!

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